martedì 25 giugno 2013

La notizia



Le voci sono sempre più insistenti. Sembra addirittura che i solerti funzionari del ministero della non più pubblica istruzione stiano facendo i salti mortali per occultare la notizia. Ma oggi non è più come ieri. Oggi le notizie sono teletrasportate; a volte basta solo il tempo di pensarle et voilà, ce le troviamo già penzolanti sui fili della rete come mutande stese al sole.

E allora eccola la notizia: pare che da più di un decennio, tutti i ministri che hanno diretto il dicastero dell’istruzione abbiano elaborato i loro piani di riforma della scuola sulla base di informazioni fornite da un noto psichiatra che opera e risiede nella Capitale.

Bè, direte voi. E dove sta la sensazionalità della notizia? Il ministero ama farsi frequentare da esperti e consulenti esterni di ogni risma. Che male c’è se nel folto elenco dei consiglieri ministeriali risulta esserci anche uno “strizzacervelli”? Già. Ma è in fondo alla notizia che avviene il coup de théâtre: l’autore delle preziose informazioni non è affatto il celebre professionista, bensì un suo paziente. Un uomo simile all’avvocato Pignacorelli (personaggio interpretato da Alberto Sordi nel film “Troppo forte” di Carlo Verdone), che soffre, come lo stesso personaggio del film, di allucinazioni, spacciandosi per avvocato, medico o, molto spesso, per figure che ricoprono cariche istituzionali.

Lo psichiatra, dunque, non avrebbe fatto altro, in questi anni, che raccogliere le idee che il suo falso ministro gli forniva, sdraiato comodamente sul lettino dello studio medico, indirizzandole poi alle orecchie dei veri ministri, i quali, entusiasti, e senza rimaneggiare alcunché, le utilizzavano per le loro roboanti riforme del sistema scolastico italiano.

Ricordate la struttura basata sui cicli del ministro Berlinguer, in cui la somma dei 5 anni della scuola elementare e i 3 della scuola media era pari a 7? E il numero complessivo di anni dedicati all’istruzione che passavano da 13 a 12? E il diritto-dovere (??????) alla formazione fino ai 18 anni? Pare che sia farina del “Pignacorelli” anche l’idea del finanziamento pubblico alle scuole private e il consiglio di spacciarla come un sostegno alle famiglie per il diritto allo studio.

Ricordate l’abbassamento dell’età di ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia e alle elementari? E il sistema dei licei (di durata quinquennale) e quello della formazione professionale (di durata quadriennale)? E la sparizione dei programmi didattici nazionali? E il taglio dei contenuti storici e geografici nella scuola elementare? E la sparizione dell’esame di quinta elementare? E le 3 I (internet, impresa e inglese)? Tutto merito del “Pignacorelli”, altro che della Moratti.

Ricordate, poi, la reintroduzione del maestro tuttofare? E la sparizione delle compresenze dei docenti nella scuola elementare? E il tempo pieno garantito da un coacervo di insegnanti in cerca del completamento della loro cattedra? E la riduzione delle ore di lezione alla scuola media? E la prova nazionale con i quiz Invalsi all’esame di terza media? E la possibilità di trasformare le università in fondazioni private? Noooo, niente di tutto questo ha partorito la Gelmini. Il ministro ha soltanto ricevuto dallo psichiatra le esternazioni del paziente “avv. Pignacorelli”. Tutto qui.

Il noto professionista, alla luce di quanto è emerso, ha dichiarato che interromperà i rapporti di collaborazione con il ministero di Viale Trastevere, almeno fino a quando il suo paziente non abbia smesso di credersi il Presidente della Repubblica.





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