Le voci sono sempre più insistenti. Sembra addirittura che i
solerti funzionari del ministero della non più pubblica istruzione stiano
facendo i salti mortali per occultare la notizia. Ma oggi non è più come ieri.
Oggi le notizie sono teletrasportate; a volte basta solo il tempo di pensarle
et voilà, ce le troviamo già penzolanti sui fili della rete come mutande stese
al sole.
E allora eccola la notizia: pare che da più di un decennio,
tutti i ministri che hanno diretto il dicastero dell’istruzione abbiano
elaborato i loro piani di riforma della scuola sulla base di informazioni
fornite da un noto psichiatra che opera e risiede nella Capitale.
Bè, direte voi. E dove sta la sensazionalità della notizia?
Il ministero ama farsi frequentare da esperti e consulenti esterni di ogni
risma. Che male c’è se nel folto elenco dei consiglieri ministeriali risulta
esserci anche uno “strizzacervelli”? Già. Ma è in fondo alla notizia che
avviene il coup de théâtre: l’autore delle preziose informazioni non è
affatto il celebre professionista, bensì un suo paziente. Un uomo simile all’avvocato
Pignacorelli (personaggio interpretato da Alberto Sordi nel film “Troppo
forte” di Carlo Verdone), che soffre, come lo stesso personaggio del film, di
allucinazioni, spacciandosi per avvocato, medico o, molto spesso, per figure
che ricoprono cariche istituzionali.
Lo psichiatra, dunque, non avrebbe fatto altro, in questi
anni, che raccogliere le idee che il suo falso ministro gli forniva, sdraiato
comodamente sul lettino dello studio medico, indirizzandole poi alle orecchie
dei veri ministri, i quali, entusiasti, e senza rimaneggiare alcunché, le
utilizzavano per le loro roboanti riforme del sistema scolastico italiano.
Ricordate la struttura basata sui cicli del ministro
Berlinguer, in cui la somma dei 5 anni della scuola elementare e i 3 della
scuola media era pari a 7? E il numero complessivo di anni dedicati
all’istruzione che passavano da 13 a 12? E il diritto-dovere (??????) alla
formazione fino ai 18 anni? Pare che sia farina del “Pignacorelli” anche l’idea
del finanziamento pubblico alle scuole private e il consiglio di spacciarla
come un sostegno alle famiglie per il diritto allo studio.
Ricordate l’abbassamento dell’età di ingresso dei bambini
nella scuola dell’infanzia e alle elementari? E il sistema dei licei (di durata
quinquennale) e quello della formazione professionale (di durata quadriennale)?
E la sparizione dei programmi didattici nazionali? E il taglio dei contenuti
storici e geografici nella scuola elementare? E la sparizione dell’esame di
quinta elementare? E le 3 I (internet, impresa e inglese)? Tutto merito del
“Pignacorelli”, altro che della Moratti.
Ricordate, poi, la reintroduzione del maestro tuttofare? E
la sparizione delle compresenze dei docenti nella scuola elementare? E il tempo
pieno garantito da un coacervo di insegnanti in cerca del completamento della
loro cattedra? E la riduzione delle ore di lezione alla scuola media? E la
prova nazionale con i quiz Invalsi all’esame di terza media? E la possibilità
di trasformare le università in fondazioni private? Noooo, niente di tutto
questo ha partorito la Gelmini. Il ministro ha soltanto ricevuto dallo
psichiatra le esternazioni del paziente “avv. Pignacorelli”. Tutto qui.
Il noto professionista, alla luce di quanto è emerso, ha
dichiarato che interromperà i rapporti di collaborazione con il ministero di
Viale Trastevere, almeno fino a quando il suo paziente non abbia smesso di
credersi il Presidente della Repubblica.
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